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Devozione vigezzina: immagini di una storia secolare

“In gremio Matris sedet sapientia Patris”… Il fulcro  del mondo devozionale della Val Vigezzo  è ovviamente rappresentato dal Santuario della Madonna del Sangue di Re (vedi scheda),  con l’ effigie miracolosa della Madonna del Latte, ai cui piedi spicca il motto mariano citato  (“In grembo alla Madre sta la sapienza del Padre”).

Le dedicazioni relative ai numerossimi edifici di culto sparsi per la valle, tra chiese, oratori, edicole e cappellette votive, testimoniano le diverse devozioni e un’antica e profonda religiosità. Tuttavia spiccano più frequentemente quelle di San Rocco, protettore contro la peste e le malattie contagiose, sant’Antonio Abate, Sant’Antoni dal porch, protettore degli animali,  Sant’Antonio da Padova e Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, il cui culto è legato al dominio del Ducato di Milano, di cui la Val Vigezzo fu parte.

Rogazioni, processioni votive, riti, usanze religiose legate a battesimi, nozze, funerali (Luigi Bottaro nel suo “Vacanze in val Vigezzo” ricorda per esempio che “per tre domeniche consecutive tutte le donne  diano segno di lutto, coprendosi il capo con nera pezzuola, come se il morto  fosse un parente loro”), i falò “che nella valle si costumano alla vigilia delle feste patronali”, il rosario della sera di Ognissanti mentre si attende che cuociano le castagne, i castegn di mort… sono queste le usanze perlopiù rimaste nella memoria dei più anziani. L’iconografia della prima metà del secolo scorso ci restituisce tuttavia quelle atmosfere di fede, partecipate e sentite da tutta la popolazione, guidate con solennità dai celebranti.

 

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