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Il boscaiolo e i lavori del bosco

Nell’economia tradizionale della Val Vigezzo una voce  importante era occupata dallo sfruttamento degli estesi boschi delle alte quote. Attività che dava lavoro a una manodopera maschile ma anche femminile in una dura applicazione fisica.

Il carico di tronchi di pino a Craveggia

Il carico di tronchi di pino a Craveggia (1930 circa)

Oltre alla tipica attività del boscaiolo nell’abbattimento delle piante e nella grossolana scortecciamento e pulitura dei tronchi in loco (trasformandoli così in “borre”), tutta una serie di operazioni era legata al trasporto del legname a valle. In epoche antiche, l’unico modo per poter trasportare le borre era quello di utilizzare la forza di gravità dell’acqua e il suo moto naturale verso valle. Venivano così accumulati in piccoli invasi d’acqua, appositamente realizzati attraverso la costruzione di chiuse o dighe artificiali dette serre.

Quando esse si aprivano le chiuse, l’acqua defluiva con forza e trasportava il legname lungo il corso del torrente.

Per incanalare correttamente i tronchi e portarli alla serra e, in seguito, per incanalarli correttamente lungo il torrente, si provvedeva a costruire le “ciovende”, dette anche “cioende” o “sovende”, cioè argini in legno, terra e pietra che, quantomeno in linea teorica, dovevano servire a regimentare il flusso dell’acqua e dei tronchi nei punti critici del torrente, in modo particolare in prossimità di strettoie o anse particolarmente acute.

[su_button url=”https://www.universica.it/wp-content/uploads/2013/12/Boscaiolo-Scheda-Borre-Serre-Ciovende.pdf” style=”stroked” background=”#488e43″ size=”6″]Scheda di approfondimento “Trasporto tradizionale del legno in Val Vigezzo”[/su_button]

 

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