La coltivazione della canapa ha avuto una certa importanza nell’economia della Val Vigezzo fino a pochi decenni fa.
Nel volume “Cenni storico-statistici della Val Vigezzo”, Carlo Cavalli ricorda come a metà ottocento la produzione di valle raggiungesse quasi le seimila libbre annue.
La semina della canapa avveniva in primavera, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, quando il terreno era umido e ben concimato.
Per la semina l’estensione del campo doveva essere ridotta, dato che la pianta era molto produttiva. Si seminava in un campo vangato in modo tale che il seme non andasse troppo a fondo e a spaglio. La canapa cresceva a fusti alti da un metro a un metro e ottanta circa; l’altezza e lo spessore dipendevano dalle condizioni meteoclimatologiche dell’annata.
Tra le testimonianze più importanti di questa attività agricola si ricorda il mulino “dul Tacc” di Zornasco, dotato di un frantoio, particolarmente utilizzato per la frantumazione della fibra, con la quale si tesseva la “tela da cà”, tessuto che serviva a confezionare camicie, lenzuola e altri indumenti.
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